Martina ha 6 anni quando incontra per la prima volta Falispa.
E’ in una stanza di ospedale, e tutto ciò che ha intorno le sembra grigio, senza colori.
E’ ricoverata da qualche giorno e le giornate sembrano infinite, con poche incursioni in sala giochi e la mamma come unica compagnia.
Ma un giorno, una delle maestre la avvisa di tenersi pronta perché quello sarà un giorno speciale.
Falispa è in visita al reparto, che inizia a riempirsi di colore e sorrisi; il clown-dottore professionista inizia ad aggirarsi tra le stanze dei bambini e finalmente entra in quella di Martina.
Il sorriso che inizia a dipingersi sul viso della bimba è grande quasi come l’entusiasmo di Falispa: la stanza si riempie di musica, colore, gioia e risate.
Per Martina questo momento resterà sempre uno dei ricordi più preziosi della sua infanzia, un incontro che le tornerà in mente di quando in quando, assopito nella sua memoria.
Ma è un ricordo destinato a risvegliarsi.
Martina ora è cresciuta, si è sposata e da qualche mese è diventata mamma.
Il suo piccolo Gabriele qualche giorno fa viene ricoverato in ospedale per un problema respiratorio e Martina ripercorre gli stessi corridoi visti tante volte da piccola, questa volta in veste di mamma preoccupata.
Finché, durante uno di quei giorni che sembrano infiniti, compare Falispa, che visita ogni settimana il reparto, proprio come allora.
Per Martina è un momento emozionante, perché vede un ricordo prendere vita: rivede nel suo piccolo le stesse emozioni, lo stesso entusiasmo e la stessa gioia che ha provato lei nell’incontralo.
Il piccolo piano piano prende confidenza con il Dottor Sorriso, fino a regalargli uno di quei sorrisi che scaldano il cuore.
La commozione è tanta anche per Falispa, che dice: “Adesso come allora per me è importante essere ed agire come clown con la consapevolezza che quei sorrisi e quelle emozioni che ho suscitato avranno vita propria anche quando me ne sarò andato via. Qualcuno canticchierà una melodia che avevo interpretato, qualcuno si ricorderà una battuta spiritosa, qualcuno proverà a raccontare la barzelletta, l’indovinello col trabocchetto, qualcuno proverà a mettersi il naso rosso di spugna e far ridere ancora il bambino
Quante possibilità aprono i nostri interventi, come quando buttiamo un sassolino nell’acqua calma di un lago e subito le onde si diffondono modificando la superficie, così i nostri sorrisi contagiosi si prolungano anche dopo la nostra partenza dal reparto.”
Ed è proprio questo il potere che si cela dietro ogni sorriso che i nostri Dottor Sorriso regalano ai bambini ricoverati: il potere di creare un ricordo emozionante, che possa essere conservato nei loro cuori.